Garantire maggiore sicurezza per chi guida un’auto o una moto per motivi di lavoro e cercare di diminuire il numero di morti e feriti gravi. Questo è quanto emerge da un rapporto commissionato in UK dalla Royal Society per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. I dati raccolti sono piuttosto eloquenti. Dal 2006 sulle strade britanniche, se si prende in considerazione il coinvolgimento di automobilisti e motociclisti che stavano effettuando spostamenti per motivi di lavoro (il dato non comprende il pendolarismo), ben 4.726 persone hanno perso la vita e più di 40.000 hanno riportato ferite gravi. Spesso infatti, non è direttamente il driver di auto aziendale a subire ferite gravi o letali, ma purtroppo un altro utente della strada. Nel 2012, 87 “business driver” hanno perso la vita e 16.720 sono rimasti feriti. Dati che fatalmente crescono se si considerano gli utenti “comuni” con 422 morti e 25.484 feriti nello stesso periodo. I dati sono piuttosto preoccupanti e hanno dato vita ad una serie di raccomandazioni e accorgimenti nel tentativo di avviare un’efficace attività di prevenzione. Quindi la sicurezza sulle strade per tutti quei dipendenti che utilizzano l’auto per motivi professionali deve essere vista dalle aziende come un’area particolarmente sensibile e trattata con la stessa attenzione che viene abitualmente riservata alla salute e alla sicurezza generale. Si raccomanda inoltre un’analisi più accurata dei dati che vengono forniti da tutti i nuovi sistemi di monitoraggio montati a bordo dei veicoli e che permettono di valutare e intervenire sul comportamento e le abitudini di guida del driver.

Last modified: 11 Luglio 2014