Le tabelle dei costi chilometrici di esercizio delle auto elaborate dall’Aci sono pubblicate ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale. Sono un’indispensabile fonte per quantificare l’importo del fringe benefit nel caso di auto aziendale data in uso al dipendente e rappresentano un punto di riferimento per calcolare il costo d’esercizio annuo delle vetture della flotta.
Il costo chilometrico è il valore delle spese sostenute per l’uso del veicolo, aumentato dell’interesse sul capitale necessario per l’acquisto dello stesso e della quota di ammortamento
Il costo chilometrico è anche il rimborso chilometrico per i dipendenti che utilizzano il proprio veicolo per lavoro e la base per calcolare il fringe benefit per l’utilizzatore. I costi chilometrici sono espressi nelle tabelle Aci per quasi tutti i modelli di automobile in produzione o fuori produzione.
Costi variabili e costi fissi
Il costo chilometrico è una stima dei costi proporzionali e dei costi non proporzionali alla percorrenza dell’auto. Sono costi proporzionali quelli che variano in funzione dei chilometri percorsi dall’auto (carburante, pneumatici, manutenzione/riparazioni, quota deperimento dell’auto); sono costi non proporzionali i costi fissi annuali per la gestione dell’auto (interessi, ammortamento, assicurazione RC auto, tassa di circolazione). In base alla categoria del veicolo (autovettura, motociclo, ciclomotore, fuoristrada e autofurgone), della marca, dell’alimentazione (benzina, gasolio, Gpl, metano) e della data di calcolo le Tabelle Aci individuano il costo chilometrico. Le Tabelle ACI considerano percorrenze chilometriche differenti. Per le vetture a gasolio si considerano percorrenze da 10.000 a 100.000 km annui, per le vetture/fuoristrada a benzina da 5.000 a 50.000 km annui, per gli autofurgoni da 20.000 a 90.000 km annui.
Costo chilometrico: valori indicativi e non reali
I costi chilometrici delle Tabelle ACI hanno un valore indicativo perché calcolati sulla base di valori o ipotesi medie.
Ciò vale ad esempio per il calcolo degli ammortamenti del capitale investito nell’acquisto del veicolo (quota capitale e quota interessi). L’ammortamento del capitale investito (quota capitale + quota interessi) deve tenere conto del valore di acquisto (prezzo di listino+spese di immatricolazione collaudo e trasporto, Iva compresa con la esclusione del valore dei pneumatici), nonché del valore residuo e della durata del veicolo (vita tecnica convenzionale massima ipotizzabile). Gli interessi sono calcolati come media dei tassi applicati per le operazioni di finanziamento a medio termine. Quindi valore indicativo perché modificare la durata oppure il valore del tasso di interesse oppure il valore residuo, modifica il valore dell’ammortamento stesso e genera costi chilometrici diversi.
Per i carburanti le Tabelle Aci tengono conto dei “consumi medi riportati nelle schede di omologazione dei veicoli, adeguando tale valutazione, in considerazione del fatto che essi sono determinati in particolari condizioni di messa a punto del veicolo”. Ciò significa che si fa riferimento alle medie di consumo secondo le norme CEE 80/1268 e CEE 93/116 nel ciclo urbano, tenendo quindi cautelativamente alti i consumi. I prezzi del carburante sono quelli consigliati dalle case petrolifere, ma senza tenere conto dei differenziali geografici.
Per i pneumatici si considerano i prezzi di listino delle principali società del settore ai quali si applica uno sconto del 15% ed una durata media delle gomme stimata nel caso delle vetture a 35.000 km di percorrenza.
Le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria sono quelle previste dal costruttore, utilizzando tariffe orarie da tempario e costi di ricambi originali da listino che includono anche i costi medi dei lubrificanti.
Nell’ipotesi di vettura fuori listino si considera di solito come valore di listino l’ultimo valido fino alla fine della produzione della vettura stessa.
Per la tassa automobilistica si tiene conto dei dati di libretto di circolazione e della sede dove è avvenuta la registrazione del veicolo, mentre per l’assicurazione RCA si considera la massima classe di merito (14) ed un massimale di 800.000 euro.
Alcune considerazioni generali
La metodologia utilizzata per la determinazione dei costi chilometrici ACI tiene conto quindi di valori medi e non reali (percorrenza effettiva e differenziali geografici in particolare). Ai fleet manager è quindi vivamente raccomandata l’adozione di un più puntuale metodo d’analisi basato sulla propria flotta se vogliono avere i costi effettivi della loro flotta. Le tabelle ACI risultano invece l’unico incontestabile (e stabilito dalla normativa fiscale) modo per determinare il valore del fringe benefit in carico all’utilizzatore e dei rimborsi chilometrici per uso dell’auto personale per lavoro
*Questo servizio è a cura di Antonio Passerini.
Last modified: 23 Novembre 2014